Juanita

La settimana scorsa, quando abbiamo fatto un giro turistico per la città, credevamo di essere stati nel museo archeologico che ospita Juanita, la mummia di una bambina sacrificata sul vulcano Ampato circa 550 anni fa e rimasta intatta grazie al ghiaccio.

In realtà ci siamo accorti di aver visitato il museo “tarocco”, che ospita altre mummie ed è, diciamo, a conduzione familiare! Suoni il campanello, il guardiano ti fa entrare, fai un giro, lasci l’offerta, esci, arrivederci e grazie!

Oggi, leggendo la guida per la gita al Colca Canyon che faremo domani e dopodomani, mi sono accorta del disguido e allora abbiamo preso un taxi e siamo tornati in centro a vedere il “vero” museo archeologico di Arequipa, il museo Santury.

Tutta la storia intorno a questi sacrifici umani è straordinaria, partivano da Cusco circa 2000 persone, camminando per quasi 600km (sulle Ande) fino alla vetta del vulcano Ampato (altitudine 6310m s.l.m.) e una volta sacrificavano bambini e bambine (anche 5 alla volta) per placare l’ira del vulcano Sabancaya che gli sta di fronte.

Pensare al viaggio mi ha fatto venire i brividi, la fatica di respirare, il freddo, la fame; Pensare che questi adolescienti, quasi adulti per la cultura inca, erano sempre consapevoli del loro destino è terribile. Quando poi  abbiamo visto Juanita (conservata in un sepolcro a -20°C come si era conservata nel ghiacciaio fino all’eruzione del Sabancaya del 1995 che lo ha sciolto e ne ha permesso il ritrovamento assieme a quello di altri bambini) allora sì che mi si è gelato il sangue. I suoi tratti perfettamente riconoscibili e così somiglianti a Maria Pilar mi hanno veramente colpito.

La cosa più bella di tutta la visita però è quello che è scritto nel foglietto di spiegazione che viene consegnato all’ingresso, guardatevi il museo, i monili, i manufatti, ma quando state davanti a Juanita ricordatevi che è una persona, una bambina …