Durante una conferenza sulla famiglia, alla quale ho assistito, ad un certo punto una relatrice ha portato l’esempio di un caso di cronaca che mi ha messo a disagio.
Mese: maggio 2015
La libertà intesa come assenza di principi comuni e come individualismo sfrenato ci ha scollegati dalla collettività, non riconosciamo più un punto centrale attorno a cui stringerci e riunirci, perciò rimettiamo mano anche all’inno di Mameli.
Un’insegnante di elettronica risponde alla lettera che il premier Matteo Renzi ha indirizzato alla casella postale di tutti i docenti. Dall’alto di 14 anni di precariato spalmati su 9 scuole, divisi per un marito e moltiplicati per 3 figli (più uno in arrivo), la professoressa chiede quando potrà stare tranquilla.
Scusi… io ho seguito un po’ la questione: le donne incazzate, e via, e via… ma ‘nsomma, la donna la donna la donna… o l’omo?!
Il sentire comune è che l’AIDS sia qualcosa che appartiene al passato. Se parlo di AIDS (e prima di scrivere questo articolo, l’ho fatto), la gente corre con la memoria ad un orribile spot della fine degli anni ottanta, dove
Mia figlia ha 14 anni, è un timido fiore che sboccia alla vita, e mentre la guardo diventare donna, ripenso a quando, tanti ma tanti anni fa ormai, capitò a me.
Parlare di amore fisico ai ragazzi è sempre difficile, specie perché si deve farlo perlopiù quando loro non vogliono ascoltare parole e rigettano le autorità. Sta però di fatto che dove “Teen STAR” è arrivata nelle scuole, sono stati alunni e genitori a non farla più andar via. Una via migliore è possibile.