Di questo Papa sono certo che ricorderò soprattutto le battaglie che ho dovuto sostenere per via della distorsione strumentale e sistematica che viene fatta dei suoi messaggi.
“Chi sono io per giudicare.(punto)” e il giubileo del “Volemose bbene”: come rovinare un popolo di tiepidi in due mosse.
Non posso negare di essere d’accordo con chi muove un j’accuse contro il suo essere poco sofisticato nelle risposte che dà a braccio, ma non mi sembra corretto dire che siccome il Papa è fraintendibile, allora se qualcuno lo fraintende, la colpa è del Papa stesso perché ha lasciato spazio alle interpretazioni.
Papa Francesco è e resta un uomo con i suoi limiti, sicuramente molti meno dei miei, e le sue peculiari caratteristiche, marcatamente migliori di quelle che mi attribuisco, che non deve essere strumentalizzato per questo.
Spesso capita che le frasi che dice vengano tagliate ad arte, in modo da ribaltare il significato originale, fino a farle diventare messaggi di contestazione alla Chiesa stessa, dimenticando che quell’uomo ne è alla guida. Molti, quasi tutti i giornalisti per la verità, una buona parte dei vaticanisti, tantissimi cattolici e tutti gli atei, sono profondamente convinti che se il Papa dice o fa qualcosa di fraintendibile, esso debba essere frainteso.
Sono sicuro che anche tra le leggi di Murphy ci sia qualcosa a riguardo.
La regola numero uno è: decontestualizzare. Prendere il bignami di una intervista di due ore, una risposta ad una domanda che non verrà ovviamente riportata, l’ultima frase di un convegno del quale nessuno si ricorda l’argomento, e schiaffarla il prima pagina a sei colonne con un bel punto esclamativo in fondo, anzi tre.
“Non fate figli come conigli!!!”, che nell’arco di un tweet si trasforma in “la Chiesa apre agli anticoncezionali”, “Francesco per il controllo demografico”, “AIDS in Africa. Ha stato Wojtyla!!1!”.
Regola numero due: individuare nei cattolici e nella Chiesa gli unici destinatari del messaggio, per cui risulti che la comunità che lo ha eletto sua guida sia in realtà la parte marcia e sbagliata della società; che il Papa sia in realtà un alleato degli anticlericali e finalmente si possano indire, con il benestare del più alto in grado tra di loro, le olimpiadi del “dagli, al cattolico bigotto”, che tanto deve sempre e comunque porgere l’altra guancia.
Non è difficile trovare, tra i cattolici stessi, dei masochisti che si prestano a questo gioco al massacro, che io mi figuro come se ci fosse compiacimento nel vedere strumentalizzato il Santo Padre contro la sua Chiesa, in un balletto dove redarguisce i cattolici e nel contempo strizza l’occhio ad una mondanità che però lo deride e ne deride cultura, storia, origini e Credo.
Vorrei la si facesse finita, a cominciare dalla stampa cattolica e a partire da coloro che si professano cattolici, di pensare di essere più bravi del Papa a capire quello che il Papa voglia dire, cercando di dare sempre e comunque interpretazioni che trascendono la sua carica di successore di Pietro.
Non mi voglio parare dietro la scusa che il Papa non sempre, quando parla, è infallibile. Non mi piace pensare di poter soppesare quello che dice, questo apre la strada alla malsana abitudine di fare shopping religioso, di riempire il carrello della propria spiritualità solo di ciò che fa comodo, che piace e che in quel momento siamo in grado di accettare.
Mi piace di più invece esercitarmi nella disciplina del calare nel Magistero e del mettere a corollario dei discorsi del Papa, pezzi di sacre scritture e di Vangelo, che alla sua pastorale abbinino un messaggio di Verità stimolante, non rilassante o addirittura indulgente.
Il colpo di grazia ce lo dà il Giubileo nel momento stesso in cui abdichiamo totalmente alla Verità in nome e per conto di una Misericordia che senza di essa, sbatte come un moscone sui vetri di una finestra chiusa. Di quale “sostanza” ammantiamo il calore della Misericordia se ci dimentichiamo cosa è la Verità?
Piano piano il tepore della accoglienza svanirà e sia chi abbraccia che chi è abbracciato si troveranno entrambi al freddo dell’immobilità che si sono scelti quando hanno abbandonato il Verbo, fonte dell’azione che scalda le nostre anime, che arde i nostri cuori.
Una Misericordia senza Verità è il motorino di avviamento di una macchina senza carburante, così come la Verità senza Misericordia è un inutile serbatoio pieno.
Chi attacca i cattolici puntando il dito verso la loro presunta mancanza di Misericordia, alla quale questo Papa comunista, ecologista, animalista, antivaticanista, ha posto rimedio con questo anno giubilare, non deve dimenticare che l’accoglienza che riceve è quella della Madre Chiesa, che si completa con il messaggio Evangelico tramandato e preservato dal ruolo Petrino, saldo e resistente al tempo, immutabile e a volte duro come la roccia, sulla quale è doloroso sbattere, ma senza la quale la Chiesa non esisterebbe.
Non si può fare a meno né dell’una né dell’altra figura, una femminile accogliente ed una maschile fermamente educativa, per noi, figli.
Be First to Comment