Giovedì 18 marzo, nella sala ISMA del Senato, si è tenuta una tavola rotonda dal titolo “CONTINUITÀ DEGLI AFFETTI. ISTRUZIONI PER L’USO DELLA LEGGE 173/2015” alla quale erano invitati molti esponenti del PD e le associazioni che promuovono la tutela dell’infanzia e dei bambini fuori famiglia.
Questa legge, approvata l’anno scorso, modifica la legge 184 che norma le adozioni e specifica che si deve tenere conto di una continuità affettiva da tutelare nel caso in cui un minore sia dichiarato adottabile dopo un lungo periodo di affido. Questa modifica dà una risposta a tutti quei bambini che, alla fine di un percorso di affido durato anni, spesso molti più dei due previsti dalla norma, sono stati definiti in stato di abbandono e sono stati adottati da altre famiglie.
L’ascolto del minore e il vincolo affettivo che si crea nei casi di affido è stato inserito e messo a tutela anche delle famiglie ospitanti, purché venga rispettato il criterio che vuole che tali famiglie abbiano ottenuto il decreto di idoneità.
Non sono mancati i tentativi di strumentalizzazione, ma le associazioni intervenute hanno avuto la possibilità di manifestare il proprio profondo dissenso e hanno preso le distanze da affermazioni fuori tema come quelle della presidente del tribunale dei minori di Firenze. Secondo lei infatti, forse ignorando che esistono 13 milioni di famiglie composte da padre e madre in Italia, la famiglia “tradizionale” non esiste più. Evidentemente la presenza di qualche migliaio di coppie omosessuali, e la presenza di alcune centinaia di bambini che vivono in queste realtà, è sufficiente a frantumare la solida colonna sulla quale si regge la quasi totalità della società.
Per avere maggiori delucidazioni abbiamo raggiunto il dottor Valter Martini dell’Associazione Papa Giovanni XXIII che ha partecipato all’incontro e ci ha concesso di fargli alcune domande.
Dottor Martini, ieri è stato tentato un nuovo assalto alle adozioni da parte del PD?:
«Direi di no perché la legge 173 norma il possibile passaggio dall’affido all’adozione per quei minori che possono essere dichiarati adottabili durante un prolungato periodo di affido. Prevede quindi l’adozione legittimante da parte di coppie unite in matrimonio.»
E di cosa si è parlato?
«Il dibattito era nato per condividere alcune prime istruzioni operative circa l’applicazione della legge 173 e solo quella, ma si è offerto la possibilità, concessa dalla Sen. Puglisi, prima firmataria della legge e coordinatrice dell’incontro, a tutti quelli che hanno richiesto di intervenire, di poter anche portare propri contributi di idee e proposte circa possibili modifiche alla legge 184/83 sul diritto dei minori alla famiglia, in considerazione che si stanno già svolgendo audizioni in tal senso alla Commissione Giustizia e anche dalla Commissione Infanzia.»
Quindi per ora i bambini sono stati tutelati dall’ideologia che li vuole strumento per diventare genitori?
«Tutte le associazioni si sono attenute all’argomento in oggetto ed aggiungendo eventuali osservazioni circa il miglioramento dell’adozione, soprattutto in merito ai tempi, al sostegno post adottivo, alle adozioni difficili ed al numero degli Enti, mentre gli interventi più di parte sono arrivati dalla Deputata Micaela Campana e dal Senatore Sergio Lo Giudice che hanno portato il discorso sulle “adozioni per tutti” invocate da Debora Serracchiani [subito dopo lo stralcio della stepchild adoption dalla legge Renzi-Alfano ex Cirinnà n.d.r.]. Ho cercato nel mio intervento di far notare che è scorretto parlare solo di adozione quando il problema dei minori fuori famiglia è estremamente più vasto e che va dal sostegno alle famiglie in difficoltà, passando alle diverse forme di affido e di adozione per arrivare al tema del pieno riconoscimento delle Case Famiglia con coppie residenti.»
E su cosa puntavano?
«Secondo loro questa legge è incompleta perché rende possibile il passaggio dall’affido all’adozione solo per le coppie sposate e non per quei minori che fossero in affido presso singoli o coppie conviventi dello stesso o diverso sesso. Questo rimanere fermi sull’applicazione dell’art. 6 legge 184/83 era stata proprio la battaglia che avevamo fatto con alcune altre Associazioni come l’ANFAA (Associazione Nazionale Famiglie Adottive Affidatarie) e che ha portato i suoi frutti.
Ora che dalle unioni civili è stata esclusa la stepchild adoption e non avendo potuto ottenere l’adozione ai single o ai conviventi attraverso la legge 173, è chiaro che si tenti di raggiungerla con una riforma complessiva del sistema adozioni.»
Essere venuti a conoscenza di questo ulteriore tentativo, per fortuna sventato, di inventarsi il modo di “ottenere” dei bambini altrui, da parte di chiunque lo desideri, non fa altro che confermarci la bontà di ogni nostro tentativo di impedire che l’attuale governo metta le mani sulle adozioni.
E’ fin troppo evidente che esse sono nel mirino, e questa è gente dal grilletto facile.
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