«Assassini!» – Questo ci è stato detto nei giorni scorsi ad Arezzo, in occasione del IX congresso CERTI DIRITTI, convegno itinerante, promosso dai radicali del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito che dedica la sua attività a Makwan Moloudzadeh, giovane 18enne omosessuale impiccato dal regime iraniano a causa del suo orientamento sessuale.
Siamo infatti stati accomunati – noi, membri di movimenti contrari alla parificazione dei matrimoni omosessuali ed alla diffusione della teoria gender nelle scuole – ai boia di Makwan Moloudzadeh e di ogni vittima di omofobia e transfobia, nonché responsabili diretti dei suicidi causati dalla discriminazione che queste persone subiscono, schiacciate dall'odio che dispenseremmo gratuitamente.
«Quello che voglio dire è che io non imputo soltanto una battaglia di retroguardia a questi movimenti, io gli imputo delle morti. Hanno le mani sporche di sangue. Questa roba va detta. Perché questo è. Perché i ragazzini che si suicidano, si possono evitare»
Ascolta l'intervento di Batini dal 12'.
Ecco le parole del prof. Batini, intervenuto al convegno. Affrontare l'argomento dei diritti civili oggi significa inevitabilmente finire a parlare di omosessualità, perché nonostante che nella realtà i due concetti siano assolutamente disgiunti, le argomentazioni gettate sul tavolo dai sostenitori di questi presunti nuovi diritti buttano in caciara tutto, accusando chi ne contesta alcuni, di essere transomofobi e di volerli negare per motivazioni etico-religiose, ideologiche e "medievali".
Pur di delegittimare l'interlocutore, i promotori delle unioni civili, accusano chi è contrario di perpetrare una violenza nei confronti degli omosessuali, di non capire che per lo stesso sentimento si devono prevedere le stesse tutele, di voler difendere il proprio orticello anacronistico chiamato "Famiglia" (detto storcendo la bocca, come se loro fossero nati sotto un cavolo) non aprendo gli occhi al mondo e alle nuove "forme di famiglie".
Non è sufficiente ribadire che noi non vogliamo negare il diritto ad amare chi più ci aggrada, ma solo dare priorità a coloro che hanno il diritto naturale imprescindibile, i figli, di venire al mondo accuditi, protetti ed educati nella famiglia composta dai loro genitori. In questo caso infatti si iniziano a snocciolare menzogne e teorie fantascientifiche, con suffragio di cifre gonfiate e tonde come cocomeri.
3 milioni di omosessuali in Italia aspettano una legge per vivere! Ma che davvero 1 italiano su 20 è gay? Nel 90% dei casi deve essere a loro insaputa perché secondo le stesse fonti LGBT ufficiali sarebbero circa 1 milione e sarebbe comprensivo di tutte le categorie.
100.000 bambini, figli di coppie omogenitoriali, senza tutela! Beh qui davvero si scade nel vergognosamente ridicolo. Primo da un rapporto omosessuale non nasce un bel niente, ma nel caso specifico si tratta di bambini che hanno un genitore scopertosi omosessuale dopo aver avuto dei figli in altre relazioni (ovviamente etero). Quindi questi bambini ce li hanno già i genitori, sono né più e né meno tutelati come i figli di divorziati.
Ma noi siamo quelli che fomentiamo l'odio e aizziamo le folle "contro" i gay, che togliamo ai loro figli il diritto di vivere sereni con due madri o due padri e poco importa che la loro rappresentate abbia serenamente detto che due è un numero come 18, non importa quanti siano i genitori, le belve che vogliono togliere la "famiglia" ai bambini siamo noi.
Non importa quale sia l'argomento, non importa il contesto. Importa che ad un convegno con patrocinio della Provincia (che non esiste più) ci si rivolga a persone, liberi cittadini, padri e madri di famiglia che quotidianamente si impegnano nell’educazione dei propri figli (così come stabilito dalla nostra Costituzione e non solo per proprie legittime convinzioni personali) con modalità che possono configurarsi come un’istigazione all’odio ascrivendo loro un reato d'opinione.
Importa che queste dichiarazioni provengano da responsabili di associazioni che, proprio su questi temi, beneficiano di fondi pubblici per curare percorsi formativi nella scuola statale. Quale sistema di valori, anche implicitamente, potrà essere veicolato a bambini e ragazzi da chi considera un omicida chiunque si batta in difesa del diritto naturale di ogni bambino ad avere una mamma e un papà? Quali garanzie di onestà intellettuale offrono certe dichiarazioni, pronunciate da chi a scuola sarà necessariamente visto dai ragazzi come un neutralissimo e credibile “esperto”?
Le associazioni familiari di Arezzo si sono sentite in dovere di dare una risposta a questa accusa, ricordando che portare lo scontro sul piano personale è l'ultima spiaggia di chi non ha più argomenti per condurre seriamente il dibattito. Per quanto sensazionalisti si possa essere di fronte ad una platea condiscendente e che risponde positivamente a qualunque nefandezza e anatema si scagli contro gli assenti, per quanto possa dare senso di autorevolezza e autorità, parlare attraverso il microfono di Radio Radicale, questo comportamento è da meschini e intolleranti. Oserei dire da fascisti della prima ora, se non fosse che queste persone si dichiarano apertamente antifascisti.
Non si vuole negare il fatto che qualcuno si possa trovare ad attraversare un dramma a causa della sua presunta diversità o della presunta non accettazione sociale che si ha oggi in Italia, ma non sono le nostre associazioni, con le loro campagne ad essere il problema. Esiste la violenza contro queste persone? Certo. Come esiste la violenza contro i grassi e contro gli immigrati e per questo tali episodi vanno puniti a norma di legge, applicando l'aggravante dei i futili motivi. Ma estendere all'associazionismo che si occupa di altro, l'accusa di essere i mandanti morali e la causa dei suicidi è come associare i tifosi di ogni sport alla camorra perché esistono ultras come Genny 'a carogna. Una cosa semplicemente puerile, strumentale solo a farsi dare qualche manciata di applausi da platee prone e abboccate.
Perché invece non andiamo a guardare davvero qual è il disagio generico giovanile? Perché non ammettere che una graduale e progressiva, inesorabile perdita di valori, una consistente perdita di capacità educativa e responsabilizzante della società, rendono i nostri figli complessivamente più fragili? Troppo facile inventarsi un nemico e accusarlo di essere il male. E dove questo nemico non c'è? Si è preoccupato il prof. Batini di verificare le statistiche mondiali e gli studi che già molti anni fa, quando la società era tutt'altro che gay friendly, indicavano in ben altro le principali cause di suicidio degli omosessuali?
Qualcuno al congresso, tra un applauso a richiesta e un beota annuire, si è domandato come mai, dove gli omosessuali hanno raggiunto l'apice dei presunti diritti, come ad esempio in Danimarca gli omosessuali conviventi che si suicidano sono otto volte tanto gli eterosessuali?
E' evidente che la questione sta altrove, non nel nostro presunto odio, ma in una ben più grave e globale incapacità di formare giovani forti, capaci di accettarsi ed accettare le difficoltà della vita, educati anche alle mancanze, educati anche ai no. Perché le persone sane, qualunque sia il loro orientamento sessuale, sanno riconoscere le loro capacità, le loro caratteristiche ed i loro limiti. Chi è cresciuto vedendo soddisfatti in tutto e per tutto i propri desideri e capricci, è solitamente incapace di superare le sconfitte e le trasforma in conflitti repressi che, quando esplodono, possono colpire a casaccio chi gli sta intorno o, purtroppo, rivolgersi anche contro se stesso.
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