Sul blog «Al di là del buco – verso la fine della guerra fredda (e pure calda) tra i sessi» (il nome è tutto un programma) pochi giorni fa è stata pubblicata una lettera, dal titolo, anch’esso assai esplicativo, «Datemi il “Gender” per masturbarmi senza sensi di colpa», di una certa Federica la quale raccontava la sua infanzia alla scoperta del sesso e della sua identità di lesbica. La lettera è sincera, molto esplicita ma non particolarmente volgare. In particolare la ragazza insiste su un punto più volte durante il suo racconto: nei suoi atti di autoerotismo giovanili, quasi infantili, è stata inspiegabilmente afflitta da sensi di colpa. La sua famiglia non era particolarmente religiosa e anche lei aveva giusto frequentato il catechismo minimo per arrivare alla cresima, e poi più nulla. In casa nessuno le aveva mai parlato né di sesso, né di tabù a riguardo, di nessun genere, tanto meno religiosi. Federica insiste sul fatto che lei nemmeno sapesse che esisteva il termine masturbazione, riteneva di essere l’unica sul pianeta a provare sensazioni erotiche, a cui non riusciva a dare un nome. Nonostante quindi la assoluta naturalità e spontaneità del gesto, si chiede ancora oggi da dove venisse quel senso di colpa che la affliggeva, così inspiegabilmente.
Il secondo punto focale che sottolinea è che, finché qualcuno non le ha suggerito (a 21 anni), scherzosamente, che lei sarebbe potuta essere lesbica, non aveva mai preso coscienza della sua attrazione verso le donne. Conclude auspicando che le famiglie e la scuola parlino di sesso in modo precoce e approfondito, per fugare rapidamente i sensi di colpa eventuali e palesare già in tenera età le tendenze omosessuali che i bambini possono avere innate.
La lettera mette in luce diversi aspetti particolarmente importanti, tutti meritevoli di un approfondimento: prima di tutto cerca di togliere un velo dalla sessualità femminile ai primordi, che è un argomento di cui si parla pochissimo soprattutto perché le donne in primis non ne parlano mai, né con le amiche, né forse nemmeno con se stesse. Mentre infatti i maschi condividono molto tra loro e sono più espliciti ed espansivi, le ragazze vivono la sessualità come una realtà estremamente intima, privata, segreta, da custodire gelosamente e, sì, direi che si può dire, con vergogna. Probabilmente la mente rispecchia in questo la fisicità stessa della donna, che vive il sesso in modo interno ed interiore. Federica fotografa queste remore al dialogo sull’argomento sia in se stessa che nelle sue amiche e coetanee, dandone però un giudizio negativo, le considera un limite.
Io non so se siano davvero un limite o no, certo sono una caratteristica tipica femminile, che non credo abbia senso forzare, proprio perché del tutto innata e davvero in tutte. Parlare di sesso per una ragazza adolescente è una forzatura a se stessa. Lo è anche per molte donne adulte in verità. Per spiegare la ragione di questo comportamento, a me viene in mente un’immagine evangelica: la parabola dell’uomo che trova una perla preziosa in un campo, la nasconde, vende tutto quello che ha e compra quel campo. Ecco, così le ragazze sentono la propria sessualità, come un tesoro segreto, da nascondere non per vergogna, ma per la percezione che hanno del suo valore. E’ un nascondimento che custodisce, che preserva e protegge.
Il fatto però che le giovani ragazze o le bambine cresciute non si confrontino con nessuno su queste tematiche, non significa che non le sperimentino. Il senso di colpa che così tanto infastidiva Federica, però, è un sintomo chiarissimo di come la sessualità in solitaria sia deficitaria di qualcosa: una semplice sensazione fisica, piacevole e incontrollata, che apre una voragine mentale, che rimanda ad altro, ad un altro. Non è una questione di morale, dunque, ma di natura e la sessualità ingenua e spontanea di questa ragazzina già le diceva che così non andava, che in quel che faceva c’era qualcosa di profondamente sbagliato.
Federica insiste molto sul fatto che, se qualcuno le avesse spiegato tutti i meccanismi fisici prima, lei avrebbe raggiunto la serenità della maturità molto prima, si sarebbe potuta risparmiare tanti smarrimenti e angosce.
Io invece dico una cosa completamente contraria: la sessualità è una strada a senso unico, l’ingenuità non si recupera, la spontaneità nemmeno. Non credo che in questo ambito ci sia proprio nessuna fretta. Non solo, ma, come Federica stessa testimonia, i condizionamenti esterni sono potentissimi, hanno un peso molto rilevante sulla psiche curiosa e fragile di una ragazzina, tanto da indurla ad un’imitazione non meditata con grande facilità.
Spiegare in classe come funziona un orgasmo, cos’è un vibratore o come si mette un preservativo non significa dare delle semplici informazioni tecniche, ma si sollecita la curiosità, si sdogana il sesso nella categoria del lecito in ogni caso, si sollecita alla sperimentazione personale. E ci si smarrisce un po’.
Senza entrare nel discorso morale e religioso, resta comunque un fatto biologico reale incontrovertibile: il sesso è uno strumento di unione di due corpi a fini procreativi, che, a ulteriore tutela della futura prole, rinsalda il legame emotivo tra l’uomo e la donna, donando loro il ristoro di un benessere fisico immediato e di un benessere psicologico duraturo. Questa frase, così semplice e breve, non è prevista nei corsi di educazione sessuale auspicati dalle linee guida dell’OMS, ed è sostituita da solipsistici discorsi su come funziona l’autoerotismo, su quali sono le zone erogene più o meno scontate, su come si evitano le gravidanze.
L’esplorazione personale e giovanile è un passaggio di autoconoscenza che viene spontaneo e, altrettanto spontaneamente, se ne va, moderato da quel disagio che Federica chiama senso di colpa, anche se non sa di quale colpa si tratti, e sostituito progressivamente da una sessualità matura, cioè indirizzata alla sua reale finalità di unione nell’amore.
Un’educazione sessuale che non parta chiarendo in primo luogo qual è l’obiettivo finale della sessualità è un esercizio tecnico inutile e dannoso, che svia i corpi e le menti dalla loro vera natura, che calpesta e distorce la sincera e profonda istintività umana, che conduce lontano da se stessi, in luoghi così caotici e confusi da non riuscire più nemmeno a far distinguere chiaramente cosa o chi desideriamo davvero.
A Federica vorrei dire che mi dispiace che le sia mancata una guida nel suo tortuoso percorso di maturazione, ma non credo che un corso di educazione sessuale precoce le avrebbe poi fatto risparmiare chissà quali patimenti. Anzi, ho come il dubbio che ancora adesso, con tutte le sue approfondite conoscenze ed esperienze in tema, non abbia compreso bene dove si deve andare a parare, con questo curioso e strano corpo che ci fa provare sensazioni così fuori dal comune e che sembra ribellarsi a noi stessi e ai nostri schemi mentali, guidandoci e spingendoci verso l’altro da noi e verso la parte più profonda di noi stessi.
Veramente molto bella questa riflessione: attenta, sensibile e – posso dirlo? – da donna
Corpo e anima, o coscienza, sono inseparabili, sono un tutt’uno che si completa vicendevolmente e che ci rende in grado di essere in relazione con l’altro da sè. Quando una parte prevale sull’altra (spesso, per non dire sempre, il corpo) ci si smarrisce e si finisce per essere oggetto o per usare l’altro come oggetto senza mai diventare unità, quell’unità che costantemente cerchiamo anche quando non vogliamo ammetterlo…
bellissimo scritto , in queste educaz sessuali “spinte ” tipo OMS manca il sentimento …. e scusate ma tutti noi abbiamo bisogno di amore … ” ALL YOU NEED IS LOVE ” , cantavano i Beattles , e fu ed è ancora oggi un successo planetario …..
inoltre vorrei evidenziare che In molti Paesi d’ Europa sono state, da anni , introdotte a scuola educazioni sessuali tipo OMS,
Sono state , ivi , adottate per arginare problemi , emergenze come i grandi numeri di gravidanze e aborti adolescenziali , stupri , omofobia , femminicidi etc..,
L’Italia , invece , non ha mai accolto questo tipo di educazioni sessuali …ma in questi ultimi anni persiste una spinta perché vengano adottate , l’intento è sempre quello di arginare problemi come aborti e gravidanze adolescenziali , femminicidi , stupri , etc..
Ma i numeri rivelano una realtà diversa
Partendo proprio dalla Relazione ESTELA che, in Parlamento Europeo , ha raccomandato l adozione di tali educaz sessuali tipo OMS per TUTTI gli Stati Membri , ….per colmo, questa Relazione, non si è resa conto che l’i Italia è una dei pochi Paesi in Europa ad avere un bassissimo numero di aborti e gravidanze adolescenziali , mentre i Paesi , come Francia , Spagna , etc , dove queste educaz sessuali sono in programmazione , ne detengo un numero assolutamente più elevato , leggere a pagina 24:
http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do…
QUI L’ARTICOLO DEL CORRIERE CHE NE COMMENTA I DATI http://archiviostorico.corriere.it/…/virtu_delle….
e ancora sono da confrontare i dati delle adolescenti italiane con i numeri stratoferici delle loro coetanee sottoposte a educaz sessuali “spinte ” http://images.savethechildren.it/…/img…/img145_b.pd
Ioltre , guarda caso , in Italia non c’è nessuna emergenza di femminicidio , anzi , guarda caso, i gravissimi problemi di femminicidio sono da attribuire a quei Paesi dove le solite educaz sessuali , da anni , si insegnano a scuola …..anche qui non sono servite ad arginare il problema …mentre , in Italia , ribadiamo , dove l educaz sessuale è affidata a mamma e papà , questi problemi non sono un emergenza
I veri numeri sul femminicidio – Il Post
ergo le educazioni sessuali tipo OMS , che vogliono introdurre anche in Italia , hanno dimostrato tutto il loro fallimento —-troviamoci un altro tipo di educaz sessuale …e insegnata da mamma e papà …visto i dati ….