“Se i diritti si aggiungono è sempre una buona cosa”
Chi lancia questo slogan intende mettere a tacere la controparte, tacciandola di essere illiberale e ingiusta, perché insiste nel voler negare diritti a chi li chiede. Ogni volta che si incappa in questo tipo di interlocutore sappiate che possiamo smettere di parlare, giustificare, insistere, dimostrare, mostrare e fare tutte quelle cose che sarebbe normale fare con un interlocutore intellettualmente onesto.
Negli ultimi mesi mi sono trovato a disquisire sui social con decine di persone, delle più svariate estrazioni e mestieri. Più o meno influenti, più o meno intelligenti, più o meno onesti. Mi dispiace rilevare che la capacità dialettica di molti è ridotta all’osso. I nostri senatori o ex senatori, da un punto di vista comunicativo, fanno schifo. Sono ignoranti, offendono, usano linguaggi volgari e pieni di parolacce, sbraitano come zitelle isteriche … e non è che di persona siano più precisi, educati o puntuali nelle loro affermazioni.
Ho ancora vivo il ricordo della mia contestazione faccia a faccia con la senatrice Fedeli e rammento bene il suo atteggiamento di scherno nei miei confronti. Tutto sommato è lei che ha il coltello dalla parte del manico, è lei che ha “vinto”. Poteva almeno essere meno sarcastica nelle risposte alle mie legittime domande. Per di più poteva anche conoscere il “paradosso norvegese” invece di chiamarlo “paradosso svedese”.
Altre categorie hanno più o meno lo stesso comportamento, il web e l’informalità dei socialcosi appiattiscono ogni tipo di relazione. Verso il basso ovviamente. Da un lato abbiamo invasati per i quali è inutile buttare soldi dei TSO, come Alessandro Galvani, che colleziona invettive e “idioti” quotidiani ritwittando a casaccio frasi estrapolate dai contesti. Tweet sui quali i suoi seguaci si lanciano smanaccando come scimmie affamate quando gli lanci una banana.
Dall’altro lato hai persone, in teoria, di un certo livello, come ad esempio l’ex senatore della Repubblica Marco Perduca, persona con un curriculum di tutto rispetto, che però è così pieno di sé da aver perso ogni capacità di dialogo e autocritica … e anche il rispetto per l’interlocutore (vedi immagine di copertina).
Per quanto provocatori possano essere stati i miei messaggi non sono stati volgari come il suo rivolto a me. L’ho tacciato di essere stato promotore della riscossa hitleriana sul manifesto della razza ariana, visto che la lotta radicale al diritto di fare tutto e di più, con le tecniche di procreazione assistita, sta portando ad una deriva eugenetica di quel tipo.
Cioè capiamoci bene, io non sono stato il mago della delicatezza (è raro che la tocchi piano), ma l’ex onorevole, una personcina che è anche stata all’ONU, poteva anche evitare, se non lo stronzo, almeno il fascista, visto che io lo accusavo di aver dato mano ai nazisti. Vi posso garantire che la conversazione è stata alquanto bizzarra. Se avete tempo è su twitter
Sul lato culturale, questa settimana, ho verificato che non siamo messi meglio. La giornalista Michela Marzano ha scritto un pezzo illeggibile sull’ovodonazione, nel quale, con una sensazione di mal di mare si viene sballottati da ogni parte, in una tempesta di emozioni, giudizi e definizioni astratte. Da una parte il dono, la gratuità, dall’altra il coinvolgimento la passione, il tutto sovrastato dalla paura dello spettro della retribuzione del gesto. Come se il fatto di venire retribuiti per aver donato un ovulo togliesse nobiltà ad un gesto, già di per sé, senza un briciolo di dignità.
Come in una pugna tra ubriachi, la Marzano, prima attacca chi non si sente così generoso da lasciare brandelli del suo corpo negli ospedali, poi sembra difendere la scelta in virtù di una sana autodeterminazione (forse una reminescenza de “il corpo è mio e lo gestisco io”), poi tenta la strada del pietismo. Pensate a quelle povere coppie che non riescono ad avere un figlio per uno “scherzo del destino”. Me la immagino, in ginocchio con le palme delle mani rivolte verso l’alto che implora: «Voi donne sane, fortunate, voi! Che con voi il destino non ci scherza, sfidate la sorte con pratiche cancerogene, con sovrastimolazioni ormonali, per ridare equilibrio a questo mondo iniquo!».
Ma non si vergogna?! Ma lo sa che ogni ovulo donato è un bambino che resterà in orfanotrofio? Che ogni fecondazione assistita asseconda l’egoismo e il delirio di onnipotenza dell’uomo, dando una mano al destino a fare scherzi a bambini che non avranno una famiglia dove crescere? Oppure loro non rientrano nel pacchetto delle persone di cui si deve avere pietà? Non dobbiamo forse immedesimarci in loro e sentire cosa si sente ad essere senza genitori?
Queste sono le nostre classi dirigenziali, i nostri mentori, le persone dalle quali dovremmo acquisire la saggezza. Imparare la filosofia della vita. Sono così presi dalla loro personalità, dal loro essere, da quello che hanno fatto da non riuscire più a guardare la verità delle cose. Loro non sono “sottomessi” al servizio delle comunità che intendono guidare. Se lo fossero vedrebbero gli ultimi, la radice delle cose.
No loro sono gli eletti; loro sono la parte migliore della società, quelli scelti. Quelli che si considerano arrivati in cima, in alto, sopra a tutti noi povero popolino mormorante. E dobbiamo ringraziare delle citazioni del filosofo decostruttivo (che cosa ci sarà ancora poi da smontare non lo so, mi sembra abbiano già distrutto tutto) che ci spiega la vera essenza del dono.
Ah che bello. Ora si che ho capito! Grazie, grazie, grazie a tutti. Intanto il destino continua a fare lo scherzo di “nascondere” i genitori a 5 milioni di bambini ogni anno. 1 ogni 6 secondi, un centinaio, nel tempo che avete letto questo articolo.
Ma donate gli ovuli, è la civiltà.
Oppure scappate come le galline del film di animazione, per non entrare in questo tritacarne.
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