Genitori artificiosi e artificiali

L’indifferentismo sessuale, accettato, diffuso, tutelato e se necessario imposto, è l’abietto obiettivo perseguito da gruppi sociali, economici e politici, che spingono affinché tutto punti alla solitudine e all’individualismo dell’uomo :

  • Un individuo è solo, manipolabile, gli possono essere indotti bisogni dall’esterno.
    La famiglia si muove nella direzione dei bisogni interni e con il confronto tra i suoi membri si protegge dalle ingerenze esterne.
  • Un individuo è triste, si completa consumando le sue risorse, spendendo soldi.
    La famiglia è felice, si soddisfa delle sue relazioni, spreca meno.
  • Un individuo è incazzoso, ha sempre da difendersi dagli attacchi, non è mai sereno, non si sente mai al sicuro.
    La famiglia rasserena, spalleggia, protegge, consola.
  • Un individuo avrà sempre bisogno dello stato, di essere normato in ogni sua relazione, garantito, sostenuto, assistito, non sarà mai più libero.
    Una famiglia prima di tutto non è normata dallo stato, ma riconosciuta (articolo 29 costituzione), inoltre al suo interno le dinamiche sono autonomamente definite e stabilite, c’è sostegno, assistenza e garanzia nella libertà degli affetti.

L’uomo, per pulsione naturale, evolutiva e genetica tende ad agglomerarsi in famiglie, poi in gruppi, poi in popoli. E’ una visione antropologica basata sull’osservazione della realtà, non è confutabile.

Dall’isola di Pasqua alla Lapponia, il nucleo fondamentale della società è la famiglia, eterologa e binaria. Procreativa. Ma procreativa nel senso più ampio del termine, è fertile a 360°.
Non esiste nessuna civiltà, arrivata fino a noi (quindi non estinta) che si basasse sul singolo come mattone della società. L’individualismo estingue.
Nonostante ciò ci sono soggetti che spingono verso la deriva individualista e asessuata della società, e lo fanno sbandierando l’amore come metro per tutto. In realtà è egoismo possessivo. Loro dicono, “io amo”, ma si comportano come se dicessero “io voglio”, o meglio il loro è amore, ma amore per le cose, non per le persone. L’amore per le persone è solo dono; l’amore per le cose va dall’interesse all’ossessione, passando per una fase hobbistica che viene confusa con l’amore.

Tempo fa mi sono imbattuto in una frase : “Il motivo per cui il mondo oggi è nel caos è che si amano le cose e si usano le persone”, ma io mi sento di dire che la faccenda è ancora più subdola, infatti oggi : “Il motivo per cui il mondo oggi è nel caos è che si amano le persone come se fossero cose”.

In questa ottica di amore distorto, che diventa ansia di possesso, tutto è necessariamente un diritto. Primo tra tutti il diritto di avere. Esteso ad ogni cosa. Esteso a chiunque. L’ammirazione diventa invidia, il desiderio diventa ossessione, volere diventa bramare, progettare diventa tramare. Queste trasformazioni sono necessarie nella società dell’arroganza, l’arroganza del diritto, qualunque diritto. All’apice di ciò c’è appunto la famosa rivendicazione del figlio.
D’altronde la nostra evoluzione ha avuto luogo perché abbiamo la pulsione ad essere generativi, altrimenti non saremmo qui a riempire tutto questo spazio, questa è una cosa che non può essere contestata. Allora che succede quando siamo messi nella condizione di non poterlo essere? Cerchiamo di farlo in modo artificioso, cioè ci mettiamo nell’ottica di considerarci generativi anche se non possiamo procreare. Tralasciando tutte le ovvie considerazioni, per cui i consacrati considerano figlioli tutti coloro che si rivolgono a loro e non spendendo neanche una parola sulle famiglie adottive, che ripristinano la condizione naturale dei bambini, donandosi a loro come genitori, il mio pensiero si rivolge a chi non vede altra strada che produrselo. Infatti dal modo artificioso di considerarsi generativi, che comporta un lavoro interiore (e quindi fatica), si passa facilmente al modo artificiale di divenire tali, che contempla un intervento esterno, tecnico, asettico, sterilizzato. Pagabile e rimborsabile.
“Fabbrica” di amore infinito, gratuito, dedicato, puro, incorrotto e soprattutto personale, il figlio ad ogni costo è considerato la soluzione alla solitudine triste e depressiva, conseguenza del pensiero diffuso in un mondo dove si lotta per ottenere divorzio, aborto ed eutanasia sempre più “smart”.
Comunque, ci sono buone notizie per chi deve “progettarsi” un figlio : siccome non c’è compatibilità tra il mondo e la vita, allora sono pronte e disponibili le “garanzie e le tutele”, Capitan Findus (alias Enrico Rossi, governatore della Toscana) ha infatti recentemente dichiarato :
«Donna (sottomessa alla carriera ed al profitto), tranquilla, gli ovuli te li conservo io, qui, tra il burro e il merluzzo (lontano dallo yogurt, si sà mai), lavora e poi fai figli, con comodo».
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Pensiero Profondo Written by:

Pensiero Profondo è un calcolatore gigantesco programmato da una razza di esseri superintelligenti e pandimensionali per trovare "la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto". Dopo sette milioni e mezzo di anni di elaborazioni, Pensiero Profondo fornisce la Risposta alla Domanda fondamentale. La risposta è 42, argomentando come segue: "42", in realtà, è una risposta buona quanto un'altra. Il vero problema è: qual è la Domanda fondamentale? Nessuno, infatti, si è preso la briga di fare al megacomputer la Domanda giusta...

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