Nuova puntata di Fuori Tempo condotta da Annamaria Salvemini. Il tema di oggi sembra potrebbe scadere nel banale, ma l'amore per i nemici permette uno spunto di riflessione interessante e non comune.
L'amore per i nemici.
Buona visione.
(estratto del mio intervento)
– Bentornato Filippo.
– Ciao, buona Domenica a tutti, buongiorno.
– A te, a te. Siamo al termine del ciclo dedicato all’amore, quindi questo è anche il nostro ultimo incontro per quest’anno.
– Con molto dispiacere e con molto dolore, perché ci sarà da passare l’Estate senza sentirsi.
– Ma dai, non ci credo, sei sempre così burlone…
– Le sorprese sono sempre dietro le porte, dietro gli angoli, non mettiamo limiti alla Provvidenza!
– Filippo oggi ci parla di amore come sempre, ma di un amore un po’ particolare, che risulta a tanti difficile a quanto pare.
– Diciamo che l’argomento di oggi voleva essere forse anche banale, perché l’amore per i nemici, che può sembrare difficile per le persone, è in realtà quello classicamente inteso come l’amore per le persone che non ci vogliono bene, per le persone che in qualche modo ci contrastano nella vita.
E forse alla fine è uno dei modi più banali di interpretare la questione, perché l’”amate i vostri nemici” riferito a delle persone, nelle quali possiamo sempre individuare, secondo il Cristianesimo, l’impronta divina e l’immagine di Dio, non è qualcosa di buono da fare, ma è un dovere per i cristiani, perché chiaramente odiare è un peccato, anche le persone che in qualche modo ci vogliono male.
Ma l’argomento un pochino più interessante, sempre per quanto riguarda l’amore per i nostri nemici, lo si può individuare se per nemici andiamo ad individuare altri soggetti, che non siano persone. Oggi abbiamo difronte a noi delle sfide, che si trasformano e si concretizzano nella vita di tutti i giorni, anche nelle leggi che stanno per essere promulgate dal nostro Parlamento: sto parlando delle sfide riguardo alle cose ultime, riguardo alla morte e anche prima riguardo alla malattia.
Queste due sono due grandi nemiche dell’uomo, del nostro corpo e della nostra esistenza, perché la malattia ci prova, ci mette veramente nelle condizioni difficili di sofferenza e pensare di amare la malattia è sicuramente qualcosa di complicato. Peggio ancora amare la morte.
Eppure di queste due cose dobbiamo in qualche modo tornare ad esserne innamorati, perché bisogna comprendere che sono qualcosa che farà parte della nostra vita, e dovremmo affrontarle con l’amore e il rispetto dovuto loro, non cercando di scavalcarle. Certo: non è che non si deve guarire dalle malattie, le malattie vanno curate, la medicina e la scienza devono progredire, e devono essere sempre al servizio dell’uomo, però dove loro non arrivano, l’uomo deve ricordarsi di essere tale e quindi in qualche modo deve affrontare da solo queste sfide. Queste sfide se non si affrontano amando, si perdono. Mi viene in mente l’esempio, in questi giorni eclatante, del povero Dj Fabo, che ha deciso di cedere alla sofferenza e alla malattia: quello non è un modo di vincere con l’amore la morte, quello è un modo di perdere di fronte a lei, ammettendo di non poter fare più niente, neanche sperare nel dopo la vita terrena.
Vorrei concludere, anche se poi mi aspetto delle perplessità sul mio ragionamento, sul fatto che il molto della questione si gioca sul concetto di vita come Dono: noi dobbiamo considerare la vita come Dono e ce lo ricordano le persone che dicono che essendo un dono ne possiamo disporre a nostro piacimento e andare ad utilizzarlo e anche a gettarlo nel momento in cui non lo vogliamo più, e invece io ti dico che il dono è comunque un dono di Dio e i doni di Dio non sono regali, come il famoso “tintinnino”, come si diceva in un noto film di Pieraccioni di qualche anno fa, non sono oggetti o quisquiglie. I Doni di Dio sono talenti, la vita è un talento, è qualcosa che noi dobbiamo vivere. Vivere non è un diritto o una scelta. Vivere è un dovere.
– Vivere è un dovere ed è proprio così che dovrebbe essere accettata la vita. Il fatto è che riteniamo nemici proprio il dolore e la sofferenza, e tu l’hai anche esplicitato bene attraverso l’esempio di quel ragazzo che ha rifiutato questo dono. Perché poi anche la sofferenza è un dono come la vita. Ci rifacciamo anche un po’ al caffè di Paolo Pugni della settimana scorsa, che collegava il dolore alla Verità, e bisogna accettarlo prendendo anche ad esempio figure di Santi, come può essere la vita di San Giovanni Paolo II, che ha portato la sofferenza sulle sue spalle fino alla fine. Però chi non crede in Dio, ritiene tutto più semplice…
– Il discorso è che chi non crede in Dio comunque dovrebbe essere messo nelle condizioni di non sentirsi abbandonato da chi ci crede, perché il problema, e non vorrei ribattere sul discorso del povero Dj Fabo, che è una persona che ha sofferto, e che va comunque rispettata in quanto tale, in quanto persona, il problema, dicevo, è che chi gli era intorno, chi di cristiano gli è stato intorno non è stato in grado di fargli capire che la vita valeva la pena di essere vissuta perché buona anche nella sua triste e sofferente condizione e la colpa comunque, e non vorrei ribattere sempre lì che la colpa è dei cristiani, anzi, grazie ai cristiani che ci sono per fortuna, è laddove la nostra società non riesce più a portare accoglienza, o meglio accoglimento a chi soffre, facendogli capire che comunque un motivo per vivere c’è, è lì che ha fallito, per cui Dio o non Dio, è comunque nell’azione dell’uomo che c’è fallimento.
– Quando veniamo toccati dal male e dalla sofferenza, così come dai nemici, da quelli che ci fanno del male, noi andiamo subito in crisi e forse ci ribelliamo anche un po’ alla logica del Vangelo, dovremmo ricordare più spesso che bisogna amare come Gesù.
– Difficile amare come Gesù. Gesù ha offerto tutto se stesso e la vita e noi a volte troviamo difficile anche offrire una mezz’ora o un’ora agli amici, figuriamoci ai nemici.
– Rifletteremo parecchio su questo anche nelle prossime settimane, visto che tu non ci farai più compagnia, però avremo modo di seguirti. Chi si è affezionato a Filippo può trovarlo su Facebook, con le sue particolari dirette come “Corsia di sorpasso”, sul suo Blog “Quarantadue!” e ci auguriamo che tu possa venire a trovarci ancora.
– Se mi chiami, io di solito rispondo! Agli amici non riattacco in faccia e nemmeno ai nemici.
Fuori Tempo è in onda ogni domenica alle ore 9.00 su Tele Radio Padre Pio.
La prossima puntata con me sarà quando Dio vorrà e la Salvemini sarà d'accordo con Lui.
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