A Firenze, all’istituto Matteotti, il consiglio di interclasse ha deliberato di annullare la gita programmata per le classe terza elementare alla mostra “Divina Bellezza” a Palazzo Strozzi, dove sono esposte opere di altissimo valore artistico, come la Pietà di Van Gogh, la Crocifissione di Guttuso, l’Angelus di Millet e altre cento di Munch, Picasso, Matisse, Fontana. La mostra ha come tema il rapporto tra arte e sacro e quindi, essendo storicamente il cristianesimo la religione per la quale gli artisti nei tempi hanno prodotto più opere, i pezzi presenti raffigurano ovviamente soggetti cristiani.
Sul comunicato arrivato alle famiglie, con cui si annunciava la decisione presa, si legge che è stata fatta questa scelta “per venire incontro alla sensibilità delle famiglie non cattoliche visto il tema religioso della mostra”, non chiarendo se ci sono state rimostranze specifiche di qualcuno o se l’azione ha carattere preventivo.
Molti genitori hanno chiesto immediate spiegazioni al preside, poiché è evidente che in Italia, e nello specifico a Firenze, l’arte sia prevalentemente a tema religioso e che escludere le opere di contenuto cattolico dalle uscite didattiche, (ma, stante la motivazione, perché non anche dallo studio della storia dell’arte o dalle tecniche pittoriche e artistiche in genere), significa precludere agli studenti la conoscenza di una fetta importantissima della cultura italiana e del suo patrimonio storico-artistico, proprio quello che ci invidia tutto il mondo.
Non si sa quanti non cattolici siano presenti in suddetta classe, ma è sicuro che esiste qualche genitore ideologicamente schierato, perché altrimenti non si spiegherebbe da dove vien fuori una tanto insensata delibera.
Si sa che oggi va estremamente di moda deridere e vilipendere la religione cattolica con ogni mezzo e strumento: mostre blasfeme, spettacoli teatrali osceni, lezioni in classe sulla sessualità “moderna” (cioè tutta incentrata sulla contraccezione e sulla ginecologia e andrologia in senso lato), programmi televisivi dove si offende platealmente lo spirito religioso e i personaggi che più lo rappresentano, giornali che pubblicano quotidiani proclami anticristiani. Naturalmente nessuno si pone mai la questione se ciò offende o meno la sensibilità dei cattolici, mentre nascono mille riguardi verso i non cattolici.
Ma poi, in dettaglio, cosa ci sarebbe di offensivo in una rappresentazione artistica di una Madonna o di un crocifisso? In che senso la sensibilità può venire scossa?
In questa delibera, così pacchianamente fuori luogo, emerge un nervo scoperto del mondo agnostico, che davvero fa riflettere: infatti, se Dio non esiste, in che modo una sua raffigurazione può turbarmi? O se non esiste il Dio dei cristiani ma un’altra divinità, ancora una volta, in che senso quel quadro può ferirmi? Io non vedo niente di scandaloso in una statua di Budda, ad esempio, né in nessuna rappresentazione di divinità più o meno antiche, più o meno folkloristiche. Al massimo le interpreto come espressione artistica del senso religioso dell’uomo, il quale, da solo, si è costruito questa idea di Dio. Ogni rappresentazione di Dio, di qualunque Dio, per me è degna di profondo rispetto, perché è uscita dal cuore dell’uomo, dalla parte più vera, profonda e smarrita dell’uomo, e la dignità umana ha le sue radici proprio in questo anelito all’infinito e all’oltre sé.
Però è vero, la mia sensibilità ne rimane colpita, proprio per lo stesso motivo: non si tratta del ritratto di una nobildonna qualunque, o della raffigurazione di una natura morta. Il pittore che disegna Dio, sta parlando dell’uomo nudo, nella sconvolgente e scabrosa nudità del suo essere creatura e del suo bisogno di un creatore.
Inoltre la raffigurazione del crocifisso è oggettivamente scandalosa, sconvolgente, anche se noi ce ne siamo ormai assuefatti: un Dio rappresentato nelle sembianze di un pover uomo moribondo, inchiodato sanguinante ad una croce, trafitto da spine e vilipeso dagli uomini. Cosa c’è di più scabroso? Cosa c’è di più terrificante? Nessun thriller, nessun film di guerra, violento e pulp, può essere più shoccante di un crocifisso: Dio si è fatto uomo e si è fatto ammazzare in modo orrendo per l’umanità.
Se davvero la gita fosse sospesa per proteggere la sensibilità dei bambini di fronte a questo messaggio, vorrebbe dire che l’umanità è ancora in grado di recepire la sconvolgente novità del vangelo, che i cuori dei ragazzi sono ancora vergini di ogni bruttura e assetati di verità, tanto da lasciarsi trafiggere dalla pietà per il crocifisso.
Invece l’uscita è stata bloccata solo per fare l’ennesima propaganda anticristiana, orchestrata da qualche adulto molto ideologizzato, senza nessun intento di rispetto e di protezione.
Immagino i figli di qualche agnostico militante, tutto proteso ad evitare ogni contatto con la religione, che magari un giorno entrano a Santa Croce, dove un tripudio di pitture cantano le lodi di Dio, le raffigurazioni si rincorrono a narrare le storie del Vangelo e della bibbia, l’architettura stessa slancia lo sguardo verso il cielo. Rimarrebbero sicuramente feriti, sì: feriti perché nessuno gliele aveva mai mostrate prima, perché nessuno aveva indicato loro la via, perché era stata preclusa la strada della conoscenza di Dio.
Ma forse nel progetto di realizzazione delle politiche di integrazione e rispetto per tutti c’è anche la demolizione delle le chiese e dei musei. Come i talebani e l’ISIS insomma. Ma in nome della tolleranza.
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