Oh proci!
Proci tollerati!
Proci cortigiani!
Proci che si vogliono maritare,
tra sé, contendono la mano.
Pestanti al ritorno del bell’Ulisse
tutti (si) inarcarono.
L’Argo glielo menarono.
Dolorosamente.
Il riconoscimento clandestino,
fatto antico, è illegale.
E delle nozze, ancora, offortunamente,
non c’è pasto.
Proci irriverenti!
Proci che mordono la mano che li nutre.
Procetti impilati ovunque
nelle stanze dei bottoni.
Ma comunque l’eroe li trombó tutti,
ignaro del ferché
possero lo stesso pelici.… oh forca faletta,
Ma chi mi ha scambiato
Nella tastiera
La fi e la eppe?
Curioso componimento, scritto in un periodo in cui, per il nervoso, Jeltz prendeva a martellate la tastiera, ma poi pentito la accomodava rimuovendo l’evento dalla sua poca memoria disponibile.
Il consiglio è di rileggerlo con le P e le F invertite.
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