Se il vostro intento era quello di tapparmi la bocca, beh sappiate che non ci siete riusciti. Anzi. Avete ottenuto tutto il contrario rendendomi furioso, confermandomi ogni mia più oscura previsione riguardo a come sarebbero stati trattati i bambini una volta incuneata nella società la vostra visione distorta e cinica dell’essere umano.
Avete attaccato per decenni, in tutto il mondo, l’unica cosa buona che esiste: la famiglia. L’avete massacrata facendo filtrare il concetto che le unioni non guariscono, che il divorzio è sempre la soluzione migliore. L’avete trucidata con miliardi di aborti, impedendo che si formassero milioni di nuclei familiari mentendo alle donne ed escludendo gli uomini dalle decisioni. Come fece il serpente con Eva, che divise l’umanità per introdurre il male e la sofferenza.
Solo dividendo l’uomo dalla la donna si può portare l’inferno sulla terra e questo è quello che fa il diaballo, con la sua incessante opera. Un *dividi et impera* che insiste dall’inizio dei tempi e che ora sembra aver raggiunto il suo punto più basso nel farci credere che è lecito tagliare via anche la più intima delle relazioni, quella dell’embrione con il ventre materno, quella delle labbra del neonato con il seno che lo dovrebbe allattare.
Mi prenderete per pazzo, ma questo io desidero, che mi consideriate pazzo. Voglio essere considerato pazzo da voi che credete che un bambino si possa infiocchettare e regalare, o che si possa ordinare a catalogo. Voglio che ridiate di me, voi che vedete di buon occhio una donna che riesce a far crescere dentro di se una vita e poi se ne separa come da una torta appena sfornata. Con il sorriso sulle labbra.
Tenetemi lontano, magari rinchiuso, in camicia di forza, vi conviene, ve lo garantisco.
Non credo che si possa più trovare una mediazione, un dialogo. Ormai per me lo scontro è inevitabile e sarà violento, molto violento.
Adesso che siete usciti allo scoperto non vi posso permettere di considerare un opinione quello che opinione non è mai stato. Non vi ignorerò mentre stravolgete le adozioni, adesso che non siete riusciti ad avere quello che bramavate nella legge sulle unioni civili.
No.
Non lascerò che possiate dire che un bambino può vivere benissimo anche senza un genitore. No, non è il numero che conta, è il genere. Non sono due genitori, no! Sono un genitore maschio e un genitore femmina, non due, ma uno e uno.
Di cosa volete discutere a Milano il 23 maggio? O in qualunque altro posto in qualunque altra data, è lo stesso, dico Milano perché ho visto la locandina. Una cosa di rara bruttezza: una casa che sembra un condominio della via Gluck (senza porte, senza finestre, senza un camino, senza un focolare, senza calore: una prigione) che sovrasta una fila di figurine che contrastano con il titolo della conferenza, alla quale sarà presente l’immancabile Senatrice Monica Cirinnà, invitata a sparare le proprie cazzate per l’ennesima volta di fronte ad un branco di decerebrati che applaudirebbero ad una pappagallo, se questo fosse capace di dire “libertà della donna”, “diritti civili” e “oscurantismo omofobico”. Anche a casaccio, anche in ordine sparso.
Le figurette si trovano infatti sotto al titolo “unioni civili, un diritto per tutti” e si compongono di: una donna incinta; una coppia etero con prole; una coppia omo con un bambino e regalo floreale (loro sì che si amano, mica gli etero); due donne, di cui una paraplegica, e una bambina.
Non mi è chiaro se non avete capito una sega, voi della CGIL, o se siamo al punto che non ci prendete più neanche per il culo, tanto ormai il tombino è saltato e la merda che ci volete propinare può invadere le strade.
Unioni civili e donna incinta. Che c’entra? Dov’è il compagno? O se non è il compagno, almeno il padre del bambino, che quello da qualche parte sarà immagino; non mi vorrete mica far credere che anche voi credete a quella “baggianata” dello Spirito Santo eh?!
La coppia etero con prole? Forse vi siete persi il fatto che le unioni civili sono solo per le coppie omosessuali? No, non ve lo siete perso, lo sapete benissimo che potete mettere il matrimonio sullo stesso piano delle unioni civili, ormai è tutto un fiorire di giuristi ed esperti del diritto di famiglia che dicono quello che prima era vietato dire: è stato approvato il matrimonio ugualitario.
La coppia omo con bambino e fiore? Le donne con bimba e carrozzina? Dove volete andare a parare? Cosa sono tutti questi bambini in questo manifesto?
Purtroppo il dubbio che viene e che il vero obiettivo da raggiungere adesso sia il riconoscimento del diritto al figlio. Questa assurda pretesa, che solo pochi anni fa sarebbe stata scacciata con un gesto del polso da qualunque persona sana di mente, oggi siamo solo noi folli a considerarla ancora tale.
Ecco spiegata la presenza della donna incinta. Quello è il mezzo, lo strumento con cui volete produrre, come in una catena di montaggio dell’orrore, i bambini per le altre tre tipologie di coppie. E l’unica cosa giusta che avete fatto è stato mettere come primi della fila la coppia etero, numericamente i più ad usufruire di questo abominio negli stati dove permesso. Sì, sì anche la Russia gnè-gnè, piagnoni, sapete solo puntare il dito altrove e accampare scuse. Come bambini quando vengono rimproverati.
Ma non vi basta, e la Cirinnà questo lo sa bene, e ve lo racconta ogni volta che può, ogni volta che gli viene chiesto. Non volete solo produrveli su misura, i figli, ma volete anche stravolgere il concetto di adozione.
Con fredda, logica, folle lucidità, avete infatti fatto messo l’adozione in coda a tutte le mortifere tecniche di fecondazione artificiale e uteri in affitto, come se quello dei bambini fosse un mercato dove si può scegliere tra una vasta gamma di possibilità: dal “tutto mio” chiavi in mano, all’usato sicuro, magari revisionato. Luridi schifosi. E la prima fila degli schifosi è fatta di tutti coloro che pensano che il problema dell’utero in affitto sia il passaggio di danaro e non il fatto che si usi un bambino come un oggetto di desiderio.
L’adozione non serve a soddisfare le vostre brame. Le coppie che si rendono disponibili all’adozione non hanno alcun diritto da vedersi riconosciuto. L’unico diritto è quello di ogni bambino a trovare spazio in una famiglia. E quando non è la sua famiglia di origine ad accoglierlo si deve provvedere alla migliore famiglia possibile: il più possibile sana, il più possibile stabile, il più possibile lontana dal rischio di traumatizzarlo di nuovo, il bambino. Con buona pace delle coppie omo, delle coppie di fatto e delle vecchie zitelle annoiate dai loro gatti.
Chiunque per autodefinirsi, per realizzarsi o per sentirsi felice, debba ricorrere al far prevalere i propri (presunti) diritti sopra la libertà e la dignità di un altro essere umano, è un infame che non si merita altro che le torture a cui egli stesso si destìna, nella vita e nella morte.
E volersi “creare” genitori esigendo che lo stato vi tuteli nel vostro desiderio facendolo diventare un diritto, un diritto a quello che poi si configura come il possesso di un’altra persona, è da veri squilibrati, etero o omo che siano.
Questa mentalità è arrivata piano piano, partendo dall’introduzione delle tecniche anticoncezionali, per “scegliere” quando crescere, quando diventare genitori, quando diventare responsabili. Poi non bastava, quindi ecco l’aborto. Ora, il “planning”. Sì, sì, ridete, ridete pure, vi hanno fatto credere di essere liberi di scegliere. Liberi di essere voi stessi, ma adesso avete bisogno dello stato per ogni vostra pisciatina, altrimenti vi sentite lesi nel vostro diritto. Il vostro diritto di non resistere a niente, perché tutto è lecito; il vostro diritto di non saper far niente, perché tutto vi deve essere dato; il vostro diritto di non riuscire a levarvi un dito dal culo da soli, perché tutto deve essere servoassistito, artificiale. Esseri immondi. Imberbi, implumi. Incapaci. Incapaci a partire dall’incapacità di capire voi stessi, di accettarvi. Per questo volete dominare gli altri, perché non sapete dominare voi stessi. E il dominio sui singoli si trasforma ben presto in dominio sulle genti e sui popoli.
Il “Partito Unico” auspicato da quella ignobile donna è un progetto quanto mai tangibile e vero in Italia come tangibile e vero è in altri paesi che hanno già abdicato all’uso del cervello.
Voglio essere considerato pazzo da voi perché non sopporto di stare sullo stesso piano, quindi mettetemi sotto i vostri piedi, non importa, ma toglietevi dal mio orizzonte, non vi sopporto più, non sopporto più di condividere il mondo, la matematica, la scienza, l’aria con voi. Mi fate ribrezzo.
La consapevolezza che la chimica del mio corpo sia la stessa del vostro mi crea imbarazzo, perché non vi considero del mio stesso pianeta, voi siete alieni. Non potete essere umani e trattare l’umanità come la state trattando, non potete non vedere che quello che state facendo è eutanasia globalizzata.
Non voglio essere considerato normale in un mondo dove è normale immaginare che l’utero artificiale possa essere un bel regalo per una coppia di sposi, voglio essere lo scemo del villaggio, voglio non far parte di questo evo, voglio essere identificato come malato, escluso dalla vita sociale. Relegatemi pure nel braccio carcerario degli omofobi, ben sapendo che è tutta una vostra invenzione, ma attenzione, attenta Anarkikka, non ti avvicinare, non prendermi per mano perché io te la spezzo, quella mano, ok?!
Andate pure avanti da voi, io resto qui con i miei tic e le mie ossessioni per la libertà di ogni uomo, quella che ha bisogno di limiti riconosciuti e ben definiti, quella dove le promesse sono per sempre e i figli sono un dono e non un possesso, qui dove gli uomini ancora nascono invece di venire coltivati.
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