Il servizio delle Iene che denuncia l'utilizzo di denaro dei contribuenti per l'allestimento di festini per omosessuali da parte della associazione ANDDOS, ha scatenato un'ondata di polemiche: raccogliamo alcune reazioni, più che immediate, da parte dell'associazionismo posto a difesa dei principi costituzionali e della famiglia.
In primo luogo preme ricordare come da sempre questo giornale, il suo direttore e tutto il PDF lavorino per contrastare una deriva del costume che sfocia nel degrado e che solo oggi si può finalmente raccontare senza essere considerati i soliti bigotti, oscurantisti e sopratutto omofobi. E va detto grazie anche a tutte le persone che s'impegnano per la diffusione di una conoscenza e di una coscienza collettiva su questi temi, sia che facciano capo ad associazioni culturali locali, ad associazioni nazionali come Generazione Famiglia o a comitati come il DNF.
Tutte le persone che il 30 gennaio 2016 erano al Circo Massimo, sotto qualunque bandiera portino avanti la degna lotta contro il tentativo di degrado con un sistema di indottrinamento ideologico, martellato da TV, radio e giornali, non possono che essere felici di queste piccole brecce nel muro della diga che fino ad oggi ci pareva impenetrabile.
E' infatti grazie a tutti noi che piano piano le prime battaglie vedono mutare le sorti e fanno sperare che la guerra non sia persa in partenza. Prima di questa spallata all'UNAR ricordo che c'è stata la campagna contro l'infiltrazione silenziosa del progetto Fa'afafine, ormai sotto gli occhi dello stesso Ministro.
Riguardo però a ciò che ci è stato mostrato ieri da Filippo Roma, e sul servizio del quale non ho niente da aggiungere a quanto sia già stato detto (e vomitato) da chi l'ha visto, possiamo solo ribadire l'ovvio partendo dalle parole di Gandolfini che già prima del servizio di ieri sera ha scritto:
“Siamo indignati e offesi di fronte alla notizia del finanziamento da parte dell’UNAR di un’associazione gay che organizza serate con sesso a pagamento”.
Il comunicato è chiaro e insiste nel chiedere le ragioni di come mai si debba continuamente lottare contro un congruo numero di associazioni LGBT presenti al Miur e che lavorano alacremente e costantemente, perseguendo i loro interessi, alla stesura dei programmi scolastici ed educativi ai quali debbono sottostare i nostri ragazzi.
“Chiediamo al Governo perché l’UNAR, nato per contrastare le discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica – e ce ne sarebbe tanto di lavoro da fare! – debba ficcare il naso in temi delicatissimi come l’educazione all’affettività e alla sessualità nella scuola, tema di competenza quasi assoluta della famiglia. Esortiamo il Governo ad annullare l’accreditamento alle 29 associazioni LGBTQ, alle quali venne affidato il compito di scrivere la strategia educativa a favore della cosiddetta identità di genere. Siamo convinti che il caso in questione sia solo la punta visibile di un sommerso ove si pratica ogni tipo di prostituzione” prosegue Gandolfini che poi incalza ancora ribadendo l'assoluta ingiustizia di tali finanziamenti.
“È colpevole e allarmante la superficialità con la quale si maneggia il denaro pubblico, questi 55mila euro si sommano ai 20mila già assegnati ai libretti gender, quando per il sostegno alla disabilità scolastica non sono mai sufficienti i fondi assegnati”.
Dello stesso avviso, ma decisamente molto più sopra le righe è la dottoressa Silvana De Mari, già da settimane nel mirino delle associazioni LGBT per aver portato a conoscenza del grande pubblico le implicazioni che le pratiche erotiche tra uomini comportano a livello sanitario.
Proprio a causa delle sue dichiarazioni, avallate da decine di testi reperibili sul sito dell'OMS, ma presenti anche in molte pagine che mettono in guardia dalle pratiche omoerotiche, Silvana è stata attaccata nientepopodimenochè da Mario Marco Canale, presidente appunto della ANDDOS. In quella occasione Canale cercava di far passare le sue tesi come antiscientifiche e proponeva di ignorarla come un personaggio di poco conto.
Il suo tentativo di “archiviare al più presto una polemica fatta da chi cerca solo della visibilità", appare un disperatissimo tentativo di uscire dall'occhio del ciclone che invece oggi li ha investiti in pieno.
La De Mari, dal canto suo lo ignora davvero e rilancia il suo attacco:
“Il mio primo obiettivo, già in precedenza dichiarato, è che vengano tolti i finanziamenti pubblici al circolo intestato a Mario Mieli di Roma, circolo intestato ad una persona che si autodefiniva satanista marxista, morto suicida a 31 anni, autore e interprete di spettacoli teatrali nei quali mangiava escrementi suoi e di animali e che nel suo testo “Elementi di critica omosessuale” ha parlato del potere salvifico e purificante di pedofilia, necrofilia e coprofagia.
Gli iscritti al circolo sopracitato mi avrebbero querelato” – continua la De Mari – “per salvaguardare la loro onorabilità, dato che io mi sono già espressa più volte contro questa struttura.
E' sorprendente quello che affermano, è sorprendente che chi si tessera ad un circolo intitolato a chi inneggia a pedofilia, necrofilia e coprofagia, si possa considerare rispettabile e onorabile, ma ancor più sorprendente è che possano esistere avvocati in grado di difendere questa onorabilità. Devono essere professionisti dannatamente bravi, dei veri principi del foro.”
Sempre dalle parole della dottoressa, ascoltiamo alcune delucidazioni sul tema: “Vorrei spendere due parole per spiegare bene cosa sia la coprofagia: mangiare gli escrementi può essere un'attività che si svolge direttamente oppure anche all'interno di pratiche erotiche, facendo seguire la fellatio alla penetrazione anale, ed è il segno della grandissima autodegradazione che le persone si infliggono quando la praticano. L'odio di sé che porta ad autodegradarsi così tanto è spesso caratteristico della personalità di soggetti come Mario Mieli.
Ma la questione clinica importante è quella legata all'epatite A, diffusissima tra maschi che praticano l'omoerotismo, ma se ci permettiamo di proporre le vaccinazioni, contro questo virus orofecale, per queste categorie di persone, apriti cielo, spalancati terra, diventi subito omofobo.
La Necrofilia ha due capisaldi, il primo apparentemente raffinato e sofisticato che prevede l'uso di materiale imbalsamato, il secondo invece che si rivolge a materiale non trattato chimicamente. A ben vedere è spesso possibile individuare anche degli elementi di cannibalismo, accanto alla necrofilia.
Se al cannibalismo di alcune culture, perpetrato sui congiunti morti al fine di onorarne la memoria, possiamo riconoscere una qualche dignità antropologica, è davvero difficile trovarne nei casi come in quello di Stefano Brizzi. In questo caso Brizzi è stato ritrovato suicida nella cella del carcere inglese in cui era detenuto in seguito all'omicidio di un agente di polizia, conosciuto su Grindr (una chat per incontri gay, ndr), sul corpo del quale sarebbero stati compiuti atti di cannibalismo, prima del tentativo di dissoluzione in acido allo scopo di occultare il cadavere.
Per quanto riguarda la pedofilia possiamo solo dire che i danni che fa sono incalcolabili, non possiamo assolutamente conoscere i problemi che sorgeranno nella persona che da piccola è stata abusata. La pedofilia è un crimine talmente atroce che lo stesso Cristo ha suggerito che sarebbe meglio finire sott'acqua con una macina al collo che macchiarsi di una colpa del genere.
Uno dei motivi per cui siamo letteralmente in guerra è perché abbiamo deciso di abbattere la pedofilia: abbatteremo la pedofilia nella Chiesa, quella poca che c'è in confronto a quella che è ad esempio a Hollywood, nello sport, ma soprattutto abbatteremo quella di chi osa ispirarsi ad un cantore della pedofilia come Mieli. Incontreranno la nostra collera e forse è venuto il momento di smettere di sottovalutare la nostra collera.”
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